mercoledì 6 agosto 2008

Renata

Già soltanto per il fatto che ti chiami Renata mi stai antipatica. Ma puoi chiamarti Renata? Già dal nome si capisce che sei una persona insopportabile. Cambia nome, no? O per lo meno cambia ufficio e non lavorare alla scrivania accanto alla mia; quante scrivanie ci saranno al mondo? Miliardi? E dovevi scegliere proprio quella accanto alla mia? E oltre che mi lavori accanto, oltre che ti chiami Renata, oltre che sei antipatica e insopportabile come solo le Renate sanno esserlo, vuoi anche parlare con me. Ma scusami… io ti ho mai chiesto niente? Un giorno ci siamo presentati; tu mi hai detto come ti chiami e da allora stop, basta, capitolo chiuso. Io ti ignoro e tu ignora me: guarda che non mi offendo.
E invece niente. Io me ne sto alla mia scrivania (pc, portapenne, telefono, cartelle e faldoni) a leggermi o meglio a decifrare uno scartafascio del Ministero mandato a catafascio da un'irriverente tazza di caffé, e Renata (che già solo il nome mi fa salire il sangue al cervello) vuole parlare. Con me.
Che leggi?
Diciamocelo: è insolente quasi quanto la mia vicina che non so neanche come si chiama; però a questo punto comincio a sospettare che si chiami Renata pure lei.
Roba di lavoro, sibilo io.
Accidenti, si è macchiata parecchio, com’è successo?
Unatazzamisièrovesciata, bofonchio.
Che peccato, ma non puoi fartela ristampare?
E tu non potresti farti riprogrammare? Ma dato che sono una persona per bene mi limito a risponderle No purtroppo, è un dattiloscritto in copia unica. Con la coda dell’occhio noto un suo sconcerto, però non saprei dirti se per la sorpresa che esistano ancora dei dattiloscritti o per l’assoluta incapacità di gestire il termine dattiloscritto. per fortuna, lo sconcerto di Renata (madre mia, che cazzo di nome) ha come corollario che il penoso dialogo si arrende, per cedere il passo a un più dignitoso silenzio.

[Racconto di fantasia. Ogni riferimento a fatti, cose o persone realmenti esistenti o esistite è puramente casuale]