venerdì 18 aprile 2008

Di rito

Coppia seduta al tavolo accanto al mio. Lei piuttosto giovane; lui molto meno. In comune, il lavoro. Dopo le solite chiacchiere di rito (carino qui, hai visto che tipo il cameriere, che vino preferisci, per me è uguale scegli tu), lei attacca a parlare di lavoro. Cerca di rendersi interessante, di mostrarsi all’altezza. Lui si fa vedere interessato e partecipa alla conversazione con cenni di assenso, con monosillabi vari e con il beh certo di rito, ma nei suoi occhi leggi una specie di noia, e non tanto – o quanto meno non soltanto – per l’argomento, ma per la situazione troppo vissuta. La ragazza è carina e tutto sommato merita. Vale la pena di pagarle la cena e sorbirsi il suo volersi mostrare all’altezza pur di potersela scopare, però che noia. Che noia tutta la trafila, Ti va di venire a cena con me una volta o l’altra? Preferenze per il ristorante? Conosco un posticino simpatico, Carino qui, Che tipo il cameriere, Che vino preferisci? Per me è uguale scegli tu, le solite tirate di lavoro, poi vogliamo andare?, il conto, un bacio, ti va di…, ma alla fine è sempre più o meno lo stesso copione.
Alla fin fine forse la serata sarà stata più eccitante per lei che per lui.