«No guarda, sono sicuro, è qui da qualche parte, gli rispondo io, non è il caso di chiamare la polizia. Se la chiami, per me è finita, non me la faranno più vedere, lo sai pure tu, sai benissimo come stanno le cose. Se tu vuoi andare, vai, non ti preoccupare, ma non mi rendere tutto più difficile. Tanto dove può essere andata? Abbiamo visto le registrazioni delle videocamere: uscita non è uscita, e comunque ormai sono ore e ore che Emilio sta all’ingresso. Sono sicuro, lei sta qui da qualche parte. Adesso che non c’è più tutta la gente di prima, vedrai che esce fuori».
Ma mentre dico tutte queste cose, mentre parlo e straparlo, il cuore mi batte e ho tutta la bocca secca, mi sembra che la saliva abbia smesso di abitare nella mia bocca, parlo, ripeto che sono sicuro, però intanto sento le gambe strane e la pancia mi tira, mi sembra di dover andare al bagno, e poi – ti assicuro, non so proprio come mai - comincio a pensare a Lucy, la sorella di Linus - forse perché sono passato davanti al negozio di gadgets, quello che vende i biglietti d’auguri e la carta da regalo e i cuscini a forma di cuore, e mi sa che in vetrina c’era un poster dei Peanuts - e insomma alla fine l’immagine di Lucy mi si sovrappone a quella di Daniela, e chi se la sente Daniela se viene a sapere quello che è successo oggi, e allora penso a Lucy quando se la prende con Schroeder, sì, dai, il piccolo pianista fissato con Beethoven, che a me è stato sempre abbastanza antipatico e secondo me Lucy faceva bene a trattarlo male; ma per quanto mi riguarda spero che Daniela non venga mai a sapere quello che è successo oggi qui, sennò altro che Lucy con Schroeder, quella non mi permette di vederla più.
Beh, in caso magari potrei dirle che non potevo certo dire di no al mio capo, lo sai che tipo è, no? lì per lì, se tu gli dici di no, sembra che non se la prende, e anzi ti dice, ‘ok, non ti preoccupare, ho pensato che ti potesse far comodo una giornata extra di lavoro, con lo straordinario e il compenso per la giornata di riposo non goduta, però dài, a posto così, non c’è problema’; e quindi pensi che veramente non c’è problema e che è tutto a posto. Ma poi aspetta di vedere la volta che vado a chiedergli qualcosa... E io questo a Daniela glielo dirò sicuramente. Daniela, se al capo gli dicevo di no per sabato, stai certa che la prima volta che gli andavo a chiedere un favore, mi avrebbe di sicuro risposto picche. Sai, una cosa del tipo ‘Volevo dirle che se ci fosse possibilità di fare qualche ora di straordinario io la farei volentieri, sa, la bambina, l’affitto, le bollette, ormai i soldi non bastano mai’ e sono sicuro, ma sicuro sicuro, che lui allora a me – che sto lì con la camicia della divisa tutta sudata sotto le ascelle - risponderebbe ‘ma come, quel famoso sabato ti avevo proposto una giornata extra, con lo straordinario e il compenso per la giornata di riposo non goduta e tu hai rifiutato e lì sì che si parlava di bei soldini in più in busta e ora mi dici così? Comunque se si presenterà l’occasione te lo farò sapere’. E stai certa Daniela, stai certa che gli straordinari non me li avrebbe mai più fatti fare.
Ma intanto lo so che Daniela se ne fregherebbe di tutta questa mia spiegazione, e direbbe Ma come cazzo ho fatto a mettermi con uno come te, che non sa nemmeno dire un cazzo di no a uno stronzo di capo e poi si va a perdere la figlia.
E allora vallo a dire tu a Daniela che io mi sono raccomandato con Cristina di badare alla piccola e che comunque io sarei passato spesso a dare un’occhiata: mica perché non mi fido, avevo detto a Cristina stamattina, ma solo perché tu lo sai come sono fatto io. E allora Cristina mi ha detto che non mi dovevo preoccupare, che potevo stare tranquillo e che potevo passare quando volevo, che a lei anzi avrebbe fatto piacere.
Ma già mi sento Daniela, Beh certo, Cristina ti dice di stare tranquillo… manco te l’avesse detto il padreterno… Te l’ha detto Cristina! e chi sarebbe poi questa Cristina, no, così tanto per curiosità, che a me adesso come adesso delle sciacquette che ti fai non me ne può fregare di meno, anzi ti dirò che quasi quasi mi dispiace per la tua Cristina, ma adesso io voglio sapere perché hai affidato mia figlia a un’estranea senza nemmeno informarmi.
E sono sicuro che dirà proprio mia figlia, perché in questi casi la figlia è sempre e soltanto sua, mentre quando c’è da comprare i vestiti, le scarpette, da pagare le vacanze, allora la figlia è nostra oppure addirittura soltanto mia, mia nel senso proprio di me Luciano. E poi lei lo sa benissimo chi è Cristina; del resto pure Daniela qualche volta che è passata qui al Centro Commerciale ha lasciato la piccola al Baby Parking del secondo livello, e ogni volta lei faceva tutta la sceneggiata con il portafoglio in mano, non so se ti ricordi, sono la moglie di Luciano della vigilanza, e così Cristina diceva Ah sì certo, come no, ciao! e ciao anche a te piccola, e poi, Ma no dai non ti preoccupare, Luciano è sempre così disponibile con noi, non mi devi nulla, figurarsi, è un piacere.
E io proverò a dire tutto questo a Daniela, ma già lo so che io non avrò nemmeno fatto in tempo a iniziare a spiegarle chi è Cristina che lei avrà già cominciato a piangere e allora si siederà sui gradini e io allora proverò a sedermi vicino a lei e proverò a dirle che la polizia sta facendo tutto il possibile e che la piccola deve per forza stare ancora dentro il Centro Commerciale, ci proverò, ma lei neanche mi farà avvicinare e mi strillerà contro vattene brutto disgraziato che mi hai rovinato la vita, ma stavolta giuro che te la faccio pagare, fosse l’ultima cosa che faccio al mondo, spera solo che la ritrovino subito, perché sennò ti giuro, quantevvèriddìo, che questa è la volta buona che t’ammazzo.
E mentre io sto lì a immaginarmi tutta la scena, continuo a camminare insieme a Simone tra i corridoi del Centro Commerciale.
[Racconto di fantasia. Ogni riferimento a fatti, cose o persone realmenti esistenti o esistite è puramente casuale]